Ecco a voi un estratto della mia tesi finale della scuola di Counseling Psicobiologico. Se interessati, potete contattarmi per avere la copia integrale.

Introduzione.

Sono cresciuta con l’idea che essere persone sensibili fosse una debolezza da correggere.

Ho quindi passato tutta la mia vita a combattere questo tratto del mio essere, finché mi sono imbattuta in alcuni video divulgativi online riguardanti l’argomento dell’alta sensibilità secondo gli studi della dottoressa Elaine Aron.

A dire il vero, non mi si è accesa nessuna lampadina agli inizi, perché non volevo accettare la verità. Ma poi, finalmente, tutto d’un tratto ho realizzato di essere anche io una persona altamente sensibile (abbreviato d’ora in poi in PAS).

La realizzazione è arrivata con la comprensione che parliamo di un tratto genetico di personalità, che comporta un diverso funzionamento neurologico rispetto alla media della popolazione. Si stima infatti che le PAS siano circa il 15-20% della popolazione (Aron E. , The Highly Sensitive Person. How to Thrive When the World Overwhelms you., 2016), 30% al massimo secondo recenti ricerche (Granneman, 21 Signs You’re a Highly Sensitive Person, 2022).

Ho quindi accettato la mia alta sensibilità e ho iniziato a studiarne il funzionamento, ma soprattutto, ad apprezzarne il valore.

Come ogni tratto genetico che continua ad essere tramandato nel tempo, esso ha infatti una funzione per l’evoluzione della specie che non può essere ignorato, ma che, anzi, deve essere valorizzato al massimo per il beneficio di tutta la società (Schaffner & Sabeti , 2008).

Il primo passo deve quindi essere quello di eliminare lo stigma della sensibilità come debolezza, ma comprenderne invece la forza e l’utilità in termini adattivi.

Questo tocca in particolare gli uomini che spesso temono la loro sensibilità e fanno di tutto per nasconderla, rischiando di diventare, almeno in apparenza, l’esatto opposto.

Con questo testo cercherò dunque di eliminare il preconcetto di sensibilità come debolezza o, peggio, patologia, ma di esaltare invece l’importanza che questo tratto genetico porta con sé dalla notte dei tempi.

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